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LA CATTEDRALE DI MARSICO NUOVO

The Marsiconuovo Cathedral, built in a first time on 1310, is one of the interesting case of continually rebuilding church. The building realised on the solid top of limestone height with very steeps sides, and with a fifteen meters of dislivel between the entrance and the apse. The last one, probably, used like foundation one of the towers of the ancient walls of the civita. This particular collocation has been one of the cause of numerous collapse of the church in the centuries. The other protagonist of collapse has been the earthquakes and the fire. So the history of the cathedral church of Marsiconuovo is the history of its rebuilding.
In this paper is showing the archive reconstruction of the events about restoration of the church after the earthquake of 1857 to the events on the 1906.

La prima costruzione della cattedrale di Marsiconuovo dedicata a San Giorgio, ma edificata anche "... in onore di Dio e di Santa Maria Vergine ..." (1), come si leggeva su una lapide in marmo collocata al suo interno e trascritta dall'Ughelli, (2) risale al 1131. Probabilmente la lapide fu murata quando fu riedificata la chiesa in conseguenza dell'incendio del 1809. (2)
Fino al 1131, era stata cattedrale la parrocchia di S. Michele Arcangelo (3), aggregata nel 1830 al Capitolo della Cattedrale dal Vescovo Marolda. (4)
Attraverso le biografie dei vescovi (5) che hanno retto la diocesi di Marsiconuovo, è stato possibile sapere che il monumento, pur mantenendo la sua originaria ubicazione, nel corso dei secoli, è stato oggetto di una lunga serie di riparazioni, ampliamenti, ricostruzioni, restauri, spesso a causa di terremoti e/o incendi.
Già a cominciare dal 1138 la chiesa viene quasi completamente distrutta (6) da un terremoto e successivamente ricostruita. Nel 1293 viene costruito il campanile, ad opera del maestro Silvestro: "... Magister Silvestri Fecit hoc opus", secondo quanto si legge sull'epigrafe inserita nella muratura. (7)
Nel 1525 il vescovo Ottaviano Caracciolo restaura il sepolcro dei Vescovi, all'interno della cattedrale, dove sarà poi egli stesso sepolto, come è documentato dall'epigrafe ivi conservata. (8)
Nel 1612 anche il vescovo Ascanio Parisi fa eseguire delle riparazioni e, in particolare, fa costruire al suo interno una cattedra scolpita in pietra.
Tra il 1614 e il 1639, il vescovo Timoteo Caselli nel fare ampliare e restaurare il palazzo vescovile restaura anche la cattedrale. È documentato dalla lapide eretta nel 1648 (9) che il vescovo Giuseppe Ciantes ha fatto ampliare la sacrestia ed il coro e decorare la chiesa con sculture e arredi sacri. La carestia del 1672, indirettamente, e il terremoto del 1673 arrecano ancora danni alla cattedrale. Nel 1683 Giambattista Gambacorta (1676-1683) e Francesco Leopardi (1683-1685) riparano la cattedrale. I lavori sono probabilmente ultimati tra il 1686 e il 1707 dal vescovo D. Luchetti.
Del 1703 è la veduta di Marsiconuovo pubblicata dal Pacichelli (10). Della cattedrale si riesce ad individuare bene il campanile che appare con lo stesso disegno attuale: una torre a cuspide tripartita in altezza, ma un piano in più rispetto all'attuale. È questa una prima indicazione che, dopo il terremoto del 1857, probabilmente è stato ricostruito solo uno dei due piani crollati. Ben visibile, inoltre, la cupola che sormontava le volte della navata e del transetto e che si trovava "... nel mezzo della crociera...(11) ".
Tra il 1766 e il 1771 si registra un nuovo restauro ad opera del vescovo Andrea Tomacelli. Carlo Nicoletti tra il 1771 e il 1792 fa eseguire ancora delle riparazioni, non solo alla cattedrale ma anche al palazzo vescovile. E ancora riparazioni sono fatte eseguire dal vescovo M. della Torre tra il 1792 e il 1797.
Nel 1809 un terribile incendio rade al suolo la cattedrale che viene fatta ricostruire dalle fondamenta dal vescovo P. Ignazio Marolda (1823-1837). In questa occasione viene anche ricostruito il palazzo vescovile e restaurato il seminario.
Nel 1827 la cattedrale risulta ormai ricostruita se al suo interno sono collocate le spoglie di S. Gianuario rinvenute in uno scavo effettuato nella chiesa di S. Stefano ormai diruta. Così, dopo circa un millennio, le sacre reliquie del Santo furono finalmente collocate in quella chiesa che aspirava a conservarle sin dall'853.
Si racconta infatti che Gianuario, Vescovo di Cartagine, sbarcato a Reggio Calabria nel IV sec. d.C., passò dapprima in Abruzzo e poi in Lucania, a predicare la parola divina. Dopo Marsico, dove fu calorosamente accolto, si diresse a Potenza dove, al contrario, venne accusato di perturbare la quiete pubblica e di predicare la distruzione degli dei dell'Olimpo. Per questo, per ordine di Leonzio (12), venne ucciso mentre tentava di fuggire da Potenza nel bosco dell'Arioso. Il suo corpo fu gettato, per disprezzo, nel tronco di un albero dove rimase fino a quando, nell'853 il vescovo Grimaldo (13), avvertito che il suo corpo giaceva"... inorato là nel bosco dell'Arioso, fra le radici di un concavato faggio..." si recò sul luogo insieme all'abate di S. Stefano, in processione col capitolo, e ne recuperò il corpo. Si racconta poi che la decisione di portarlo nella chiesa del vescovo o in quella dell'abate, venne presa dai due giovenchi che trainavano il carro sul quale era stato deposto il corpo del santo: "...per divino miracolo, il carro placidamente tirato dai giovenchi, divenuti mansueti, i quali presi la volta di Marsico, giunti davanti la badia di S. Stefano, si fermarono e poco dopo, ambedue, morirono nello stesso momento (Ughelli:Martirologio Marsicano)." E le reliquie di San Genuario rimasero nella Chiesa di S. Stefano (14) fino a che la chiesa non divenne diruta.(15)
L'ennesimo terremoto, quello del 1857, rade al suolo l'intero complesso. I lavori di ricostruzione questa volta cominciano solo nel 1875 (16), con il vescovo Antonio Maria Fania. Continuati quindi da Tiberio Durante che, tra il 1882 e il 1899 restaura anche il seminario e ricostruisce il palazzo vescovile.
La nuova chiesa, a "... lavori di fabbrica conclusi" (17), ha assunto da S. E. Monsignor Durante, nella solenne dedicazione avvenuta il 27 agosto nel 1899, anche il titolo di S. Gianuario, Officiata nel 1906, la nuova cattedrale (18) è ad un'unica navata con abside a parete curva, ampie cappelle laterali e una cupola su tamburo all'altezza del presbiterio.
La copertura a tetto della navata è controsoffittata con una volta a botte ad incannucciata, con lacunari in corrispondenza delle finestre, ed è decorata da stucchi.
All'esterno la cattedrale presenta un fronte tripartito da due ordini sovrapposti e un timpano di coronamento che raccoglie il tetto a capanna. La facciata, decisamente articolata, non solo nel piano orizzontale, ma anche in quello verticale, denuncia nell'aggetto diversificato delle lesene e delle cornici di coronamento una gerarchia anche nelle masse murarie appartenenti allo stesso ordine architettonico. Al primo ordine è inserito, nello spazio centrale, il portale di ingresso, a timpano. Al secondo ordine sono inserite due finestre laterali e una nicchia centrale, sormontata da una voltina "a valva", che ospita la statua della Madonna.
La cornice interna del timpano presenta, infine, un motivo a dentelli. La muratura, lasciata "a vista" nella facciata laterale e nel campanile, di buona fattura, è realizzata con conci di pietra locale. Sul lato sinistro della facciata è il robusto ed elegante campanile (19) a cuspide, anch'esso tripartito.
Con il terremoto del 1980 anche quest'ultima costruzione ha subito gravi danni. In particolare sono crollati: la cupola, il tamburo, il presbiterio e l'abside. Sono stati, inoltre, molto danneggiati anche il campanile e le murature superstiti della navata.
L'ultimo restauro, ancora in corso, ha riguardato l'intervento di consolidamento strutturale delle murature, sia di fondazione che in elevato, in particolare del presbiterio e dell'abside, e la completa ricostruzione del tamburo e della cupola.

LA RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA DOPO IL TERREMOTO DEL 1857 ATTRAVERSO LA RICOGNIZIONE ARCHIVISTICA

Il terremoto del 17 dicembre 1857 fu un terremoto davvero devastante che causò la morte di 88 persone a Marsiconuovo e ben 110 nel villaggio di Paterno, nelle immediate vicinanze, su una popolazione complessiva di circa 9800 abitanti. (20) In una lettera dell'amministrazione comunale di Marsiconuovo inviata all'Intendente di Basilicata il venti dicembre, tre giorni dopo l'evento sismico, si legge: "... Signore in continuazione dell'antecedente mio rapporto le rassegno che la sventura della quale è stata oppresso questo infelice comune è al di là di quanto possa descriversi; le chiese, i monisteri, il seminario, l'episcopio, sono stati interamente distrutti, al pari di tutte le altre abitazioni." E si richiede per questa emergenza "... di far qui pervenire dei muratori dai paesi della provincia che sono stati esenti dal terribile flagello, per puntellare o diroccare gli avanzi di molti edifizi che minacciano rovina, e di impedire la circolazione nell'abitato, o, per dir meglio negli avanzi dell'abitato...". (21)
E nel Notamento delle cose e dei muri da demolire prontamente per l'imminente pericolo di crollamento nel Comune di Marsico Nuovo, compilato dal 25 al 28 dicembre 1857 dall'ing. Luigi Errico, per la strada di S. Croce tra gli edifici da demolire risulta: "... Terzo piano del Campanile della cattedrale, Muri del cappellone del sacramento..."
Sappiamo che in sostituzione della cattedrale venne allestita una baracca in legno "... da sistemarsi lungo la strada arrotabile sotto i giardini di D. Giannuario Votta ..." (22)
Passata l'emergenza il sette giugno 1858 il Vescovo di Marsico e Potenza, Michelangelo Pieramico, scrive al prefetto di Potenza chiedendo un parere riguardo all'utilizzo immediato della Chiesa addetta alla Congregazione dei morti (23) perché "... deperita la chiesa di Marsico né più capace del divino servigio..." è necessario svolgere le sacre funzioni in un altro posto idoneo. (24)
Il 4 novembre del 1862 il Regio Economato dei Benefici Vacanti (25), con sede a Napoli, trasmette al sig. Prefetto della Provincia di Basilicata una perizia estimativa per i lavori per la ricostruzione della cattedrale di Marsiconuovo, "... per farla esaminare da un ingegniere del Genio Civile, e respingermela corredata del proprio suo divisamento."
Il progetto in questione è in realtà un computo metrico effettuato il 30 giugno 1862 dal perito architetto Saverio Gruognano con una breve introduzione descrittiva della chiesa crollata. Dalla descrizione sappiamo che il Vescovado e il seminario a quella data sono già stati ricostruiti: "La chiesa crollata è sita sulla vetta di un colle che domina tutta la città, formante ... con l'Episcopio e Seminario diocesano, di già restaurati dalle rovine dello stesso tremuoto."; che la chiesa cattedrale oltre che di buona architettura era anche grande e capace di contenere un migliaio di anime (26) e che dopo il suo crollo "...Il venerando capitolo si ridusse nella cappella angustissima del Purgatorio, dove non si possono contenere che due o tre centinaia d'individui, e nelle semplici Domeniche, uno contende all'altro un cantuccio, gridando schiamazzando, e disturbando così le sacre cerimonie." Il Gruognano suggerisce di ricostruirla utilizzando le pietre originarie accumulate nei dintorni della stessa costruzione. Il computo che segue specifica in dettaglio le opere da effettuarsi per una spesa complessiva di 2701,,12 ducati.
Si prevede, tra l'altro, la demolizione delle tre pareti della navata, rimaste in piedi ma molto danneggiate, la loro ricostruzione e ricucitura con le rimanenti, la ricostruzione della volta finta e la copertura, ma non sono comprese le opere da effettuarsi per la finitura: pitture, stucchi, altari, la cui spesa stimata in 1500 ducati, potrebbe essere sostenuta in un secondo momento, ed il pavimento, ancora in buono stato anche se, probabilmente, dovrà essere restaurato.
La dettagliata descrizione dei lavori da effettuare sulla cattedrale risulta però insufficiente all'ing. Capo del Genio Civile al quale viene spedito il progetto dal Prefetto (27), su richiesta del Regio Economato di Benefici Vacanti, in data 4 novembre 1862, per essere esaminata da un tecnico di quell'ufficio per averne l'approvazione. L'ing. Gennaro Banchieri, risponderà il 13 dicembre dello stesso anno dichiarando che, trattandosi della: "... edificazione di un Tempio principale di quel Comune, il perito elevatore del progetto non doveva restringersi solo alle nuove dimensioni delle fabbriche, e pezzi d'opera bensì doveva presentare una idea completa dello stile architettonico da darsi all'edificio, accompagnando lo stato estimativo con le richieste tavole del prospetto, pianta e spaccato per lungo e per largo onde stabilita una volta la forma da darsi al fabbricato, possano i lavori eseguirsi a seconda del bisogno e dé mezzi da poter esitare"
Il prefetto conferisce nel 1863 l'incarico per la redazione del progetto artistico, "... che non dovrà limitarsi alle sole dimensioni...", all'architetto Nicola Dente di Potenza essendo vietato per i dipendenti del Genio Civile "... effettuare lavori per privati, corpi morali, e sociali...". (28) Dente accetta l'incarico e fa richiedere all'Economato Generale di Benefici vacanti un anticipo di L. 127.50 per effettuare un sopralluogo alla cattedrale. La somma richiesta è indispensabile per far fronte "... non solo alle non lievi spese che si richieggono nella occorrenza ma per la condizione eccezionale in che volge la provincia, a causa del brigantaggio..." e che quindi è necessario farsi accompagnare da una competente scorta "... perché si è costretti ad attraversare strade alpestri e boschi estivi e malsicuri..."
Concesso l'anticipo dal Regio Economato di Marsico, con l'invito "di aver mira a la massima economia, e limitare il progetto ai lavori puramente necessari", il Dente si reca sul posto (29) per effettuare un sopralluogo.
Il 5 settembre l'architetto invia al Prefetto il progetto da lui elaborato per la ricostruzione della cattedrale, in duplice copia, consistente in Piante del Tempio allo stato di fatto e "... preceduto da breve memoria dimostrante lo stato miserevole in cui trovasi, ed il modo come ricostruirlo..." Il progetto è stato inoltre diviso in due articoli: nel primo sono compresi tutti i lavori di fabbrica, ed altro, "... la di cui spesa ascende a ducati 4045,,59 o lire 17198.10".
Nel secondo quelli relativi alla decorazione interna a stucco, con la spesa di p 814,,41, o Lire 3461,,16. Per una spesa complessiva di 4861 ducati pari a 20.659 lire e 26 centesimi.
Nella lettera che accompagna la relazione e i disegni, l'architetto Dente fornisce un suggerimento alternativo alla ricostruzione della cattedrale, con la preghiera di riferire il tutto anche all'Economo di Napoli. Secondo quanto egli stesso scrive: "... La chiesa cattedrale di cui l'esame, trovasi unita al fabbricato del Seminario, ed è in tale stato deplorevole ridotta, che per la sua ricostruzione, si richiede per i soli lavori di fabbrica, esclusa la decorazione a stucco, la non lieve somma di ducati 4045,,59. Or pochi passi discosto dalla stessa esiste il Palazzo Vescovile, ed in contiguità sta la chiesa detta di San Francesco, la quale presenta quasi la medesima lunghezza e larghezza della diruta Cattedrale, ed ha la tettoia di recente ricostruita, con magnifico coro ed un campanile in ottimo stato: Questa chiesa adunque, la quale non bisogna della volta finta, delle decorazioni interne a stucco e di altri accomodi non di molto rilievo, potrebbe ben ridursi a sostituirsi alla cattedrale. Quale a mio parere volendosi erigere nuova dovrebbe la costruzione avvenire in un sito più centrale dell'abitato che vedesi quasi tutto portato nel basso. Fin da ora i divini ufficii che si celebrano in una lurida e ristretta cappella in mezzo la piazza, potrebbero colà farsi senza pericolo, esistendosi anco gli altari: così si concilierebbe il comodo della popolazione, colla decenza che si conviene alla casa di Dio e si otterrebbe il risparmio di più migliaia di ducati. (30) Solo ducati 1500 sarebbero più che sufficienti per raggiungere, riducendo la proposta chiesa in un modo decentissimo, e con piacere della più parte degli onesti cittadini."
Del progetto è stato rinvenuto presso l'Archivio di Stato di Potenza solo la Relazione dettagliata ma non i Disegni. Dalla lettura della relazione tecnica si riesce comunque a risalire allo stato di fatto della cattedrale al 2 settembre 1863.
"Fra i comuni della Provincia maggiormente danneggiate dal tremuoto del 1857, nomeasi devesi Marsiconuovo. La parte della civita precipuamiente, che era l'antico paese fu quasi per intero distrutta. Colà sulla vetta quasi del colle si ergeva maestrosamente la Cattedrale col campanile di recente costruzione e la si ebbe la medesima sorte degli altri fabbricati. Fa seguito alla Chiesa il Seminario di cui una buona parte vedesi riaccomodato, ed aperto all'istruzione. La forma del Tempio si rileva dall'annessa tavola di disegno che ne contiene la pianta.
Lo stesso di buone proporzioni era tutto coverto da volte solide, sormontate da cupola nel mezzo della crociera, e decorato con stucco nello interno a pilastri di ordine Dorico con corrispondente cornicione, attico ecc. Dello stesso, eccone lo stato attuale.
Il muro di facciata a Ponente trovasi quasi nello stato normale, tranne una parte superiormente da demolirsi.
Il muro a Borea fino alla crociera, trovasi pure in buono stato, ma occorre anche demolirne la parte superiore.
Il muro a mezzogiorno benché all'impiedi è così male ridotto che è mestiere di demolirlo fino al piano del pavimento, rimanendone circa palmi tredici formante angolo col nuovo di facciata.
Il muro semicircolare del cappellone del Sacramento può rimanere fino al piano dei capitelli dé pilastri.
I muri laterali del Presbiterio, e quelli anche semicircolari esistenti in parte è mestieri demolirli fino al piano del pavimento.
Della Sagrestia non si discorre perché interamente distrutta, e del campanile i due primi piani rimasti possono garantirsi con tettoia provvisoria.
Esposto lo stato miserevole in cui trovasi ridotto il Tempio, avvisiamo, che volendosi ricostruire non si possa mai coltivare la idea di rifarlo nel modo primiero, cioè con volta a fabbrica, ma sibbene diminuendone l'altezza, coprirsi con regolare tettoia, e volta finta intelaiata al disotto. Ma tale ricostruzione deve limitarsi fino al presbitero che verrà chiuso con nuovo e uguale muro, e con eguale muro si edificherà il Cappellone del Sagramento per addirsi a Sagrestia."
Solo nel mese di marzo del 1864, la perizia viene però spedita dal Prefetto, con il parere positivo dell'Ingegnere capo del Genio Civile (31), all'Ufficio dell'Economato Generale di Napoli.
L'architetto il 30 marzo dello stesso anno sollecita il Prefetto per avere quanto gli è dovuto per il lavoro eseguito ormai da diciotto mesi. L'economato Generale dei Benefizi Vacanti per le Province Napoletane ricevuto dal prefetto il sollecito di pagamento del 2 aprile 1864, lo informa che il progetto elaborato dal Dente si trova al Ministero dei Culti, in attesa di approvazione, e perciò gli si concede solo un anticipo di ducati dugento.
Intanto il Capitolo della Cattedrale di Marsiconuovo (32) prega il Prefetto di far intervenire il Governo affinché le rendite della Mensa Vescovile vengano utilizzate esclusivamente per la ricostruzione della Cattedrale (33), visto che il precedente Vescovo dopo il terremoto del 1857 pur avendo raccolto per colletta "... ma anche per altre spontanee esibizioni ... molte e vistose somme sì per la riedificazione delle Chiese che pel soccorso dei danneggiati.", non aveva assolto l'obbligo di riedificare il duomo. Di conseguenza la diocesi rimaneva vacante prima "... per l'allontanamento del Prelato, poscia per la sua morte, che avvenne in Settembre del 62. Le rendite quindi della Mensa per tali ragioni vennero amministrate, come tuttavia lo sono, dal regio Economo di Napoli, al quale essendosi fatte giungere le dimostranze di questo Municipio, onde si fosse novellamente riedificato il detto Duomo, ne faceva rilevare una perizia dall'ingiegnere, senza però darsi principio ai desiati lavori, nonostante che sia trascorso un anno o più..."
Finalmente il 14 luglio 1864 l'Economato Generale risponde al prefetto chiedendo di far restituire all'architetto Dente il suo progetto per farlo completare con l'aggiunta dei prospetti della nuova chiesa e con due sezioni.
Dalla data di questa richiesta però non si è riusciti a rintracciare altri documenti che possano indicarci, tra l'altro, se il progetto utilizzato per la ricostruzione è sempre quello elaborato dal Dente (34) o se, a distanza di anni, ne è stato elaborato un altro.
Una relazione effettuata il 10 aprile 1888 dall'aiutante del Genio Civile, Raffaele Pergola, per verificare i lavori eseguiti alla cattedrale di Marsiconuovo fino al 1° gennaio 1888, ci informa che entro quella data i lavori sono cominciati e sono state eseguite alcune murature. Nessuna notizia si ricava però riguardo alla data precisa di inizio lavori, e al progetto scelto per la ricostruzione.
Allegate alla relazione sono i disegni relativi alla sezione ed alla planimetria della chiesa, quest'ultima riferita allo stato della fabbrica antecedente al terremoto del 1857. Questi documenti sono interessanti perché ci permettono di risalire all'impianto originario della chiesa ricostruita tra il 1809 ed il 1827.
Il tecnico, dopo aver ricordato i danni che la fabbrica aveva subito in conseguenza del terremoto, in particolare in corrispondenza della crociera e dei muri perimetrali, racconta che successivamente grazie a oblazioni volontarie della cittadinanza, fu "... iniziata la costruzione, dalle fondamenta, della parte totalmente distrutta, consistente nella crociera superiore, alla navata principale.
Però l'esecuzione non corrisponde precisamente alla pianta esibitami, perché i due brani della crociera sono stati impiantati più brevi di quelli risultanti dalla planimetria, e si arrestano alle linee AB e CD, tracciate in rosso sulla detta planimetria, come pure la sagrestia". (35)
A conclusione del suo lavoro il Pergola afferma che dal 31 agosto 1886 al 1° gennaio 1888 non si è eseguita alcuna muratura nella cattedrale e che per lasciare un segno evidente sulla costruzione delle murature eseguite e di quelle che si dovranno eseguire, il tecnico ha fatto dipingere, con tinta ad olio di colore rosso, una linea di 5-6 cm di altezza dalla parte interna della chiesa, e sulle pareti della sagrestia.
Segue quindi una descrizione dettagliata dei muri ricostruiti e una valutazione delle opere che è conveniente fare con il fondo economico accordato. Le opere di consolidamento con "cuci e scuci", le demolizioni dei muri della navata e le ricostruzioni da effettuare, non possono essere eseguite con la somma suddetta. Può essere sufficiente, però per ultimare almeno le mura perimetrali e la copertura di tutta la chiesa. Considerando poi "... che non è conveniente lasciare esposte alle vicissitudini atmosferiche le murature eseguite con le voltazioni, le quali murature si deteriorebbero a lungo andare" suggerisce di completare le mura perimetrali della crociera, sopraelevando quelle già eseguite, limitandone l'altezza al piano dell'estradosso dell'arco maggiore. Quindi coprirle con un tetto rimandando il resto (36) ad un successivo finanziamento. Il costo delle opere preventivate si dovrebbe aggirare intorno alle 16.747 lire e 68 centesimi, con una differenza rispetto alla attuale disponibilità di L. 1.747 e 68 centesimi a cui dovrebbe provvedere il Vescovo. Il documento è molto interessante anche perché in questo caso sono stati rinvenuti i disegni allegati alla relazione, fino ad oggi unica testimonianza di quella che era la planimetria della chiesa prima del 1857. Un valido strumento di confronto, quindi, anche per la situazione attuale di ricostruzione parziale a seguito dell'ultimo terremoto del 1980.
L'intendenza di Finanza con lettera del 13 Gennaio1887 comunica al vescovo che nella tesoreria provinciale è stata messa a disposizione del prefetto la somma di L14995,54 da essere erogata per la ricostruzione della cattedrale di Marsico.
In una lettera del 18 febbraio 1888 da Marsico, l'Arcidiacono don Giovanni Messina fa sapere al vescovo (37) che la commissione riunitasi due giorni prima ha fatto un elenco dettagliato del materiale necessario per il cantiere: ... calce, arene, basole pel cornicione, mattonacci e fu rilevato che per caparre il lavoro giornaliero (precise per una cinquantina di canne di pietre) debbonsi avere in pronto non meno di 3000 lire.
Per questo motivo è necessario che il vescovo discuta con il prefetto per farsi anticipare queste prime spese e che si continuino nel frattempo i lavori in economia, affinché egli potrà emettere i mandati di pagamento a lavori iniziati.
Il due marzo del 1888 il Vescovo Durante scrive al Direttore Generale del Fondo per il Culto a Roma per sottoporre la questione dei Lavori alla cattedrale, così come gli era stato suggerito dal Messina, chiedendo l'autorizzazione a continuare ad effettuarli con il sistema dell'economia privata e non ad appalto(38) come richiedeva la Prefettura per poter effettuare i pagamenti che eccedono le 4000 lire. Sottolinea, quindi, che per i lavori fatti finora, dalle fondamenta fino all'altezza del cornicione, sono state spese L. 15.000 ma, in realtà per come sono stati ben eseguiti, la chiesa appare una fabbrica da trentamila. Infine, ribadisce che per quello che è rimasto da fare, innanzitutto, non è facile rimediare un appalto, inoltre "... Con l'aggiunta di poche altre migliaia, di cui più o meno potremo disporre, noi ci lusinghiamo di condurre a termine, la Dio mercè, tutta la fabbrica della Chiesa. Ma con l'intermedio dé collaudi e di vistosi guadagni di appaltatori, la somma delle L. 14995,,00 non servirebbe forse neanche per metà al vagheggiato scopo."
Dai documenti che seguono però si sa che per effettuare questa seconda parte dei lavori che finiranno nell'agosto del 1899 e riguarderanno solo la fabbrica, compresi gli stucchi, e senza nessuna altra decorazione, sarà stipulato un contratto d'appalto, anche se come scrittura privata, secondo la legge 20 marzo 1865, n. 2248 sulle Opere Pubbliche.(39) L'impegno è tra il Vescovado e l'appaltatore Raffaele Santa Lucia, mentre la Direzione dei Lavori sarà effettuata dall'ingegnere Zottarelli. (40) I pagamenti avverranno quindi per un importo dei lavori non inferiori alle duemila lire e dietro scandaglio dei lavori regolarmente effettuati, con una trattenuta del 5% a garanzia dei medesimi che sarà liquidata solo dopo il collaudo finale, che verrà effettuato il 9 luglio 1899. Sappiamo infine che il 27 agosto 1899 i lavori alla cattedrale sono effettivamente ultimati, per la parte che riguarda la fabbrica. Cosicchè il 27 agosto dello stesso anno il Vescovo Durante può dedicare la cattedrale, rifatta a nuovo, aggiungendole anche il titolo di San Gianuario. Infine, nel 1904 bisognava effettuare ancora dei lavori di completamento, più che altro decorazioni, per il duomo "... costato trent'anni di sacrificio senza numero. Rimangono tuttora a decorarsi i due cappelloni, ed ergervi gli altari di marmo già in costruzione, a rinsaldarsi il tetto, incanalandosi le grondaie, e quello che più conta ad assicurarsi tutto l'edificio dai fulmini, che per ben tre volte vi produssero sensibili avarie, a parte il gravissimo pericolo che vi potrebbe correre il popolo" come può leggersi nella lettera inviata dal Capitolo della Cattedrale al Sindaco e Consiglieri del Comune di Marsiconuovo il 20 novembre, per richiedere una congrua somma per queste ultime spese. Il comune finanzierà quasi completamente questi ultimi lavori e nel 1906 la cattedrale di Marsiconuovo è finalmente riconsacrata al culto dal vescovo Monterisi nella forma e dimensione pressoché simile a quella precedente il terremoto ad eccezione del restringimento del transetto e del rifacimento della cupola di copertura centrale. Tutti gli stucchi interni sono stati rifatti così come quelli esterni ad eccezione forse del portale e dei capitelli delle lesene del secondo ordine della facciata.

Note

1) La trascrizione: "TEMPORIBUS HENRICI PRAESULIS MARSICENIS ET GOFFREDI COMITIS CONSTRUCTUM EST HOC TEMPLUM AD HONOREM DEI ET SANCTAE MARIAE VIRGINIS ATQUAE BEATI GEORGII AB INCARNATIONE DOMINI MCXXXI". UGHELLI, Italia Sacravol. VII, la lapide probabilmente venne murata.

2) La traduzione: " Al tempo di Enrico Vescovo di Marsico e del Conte Goffredo fu edificato questo tempio in onore di Dio e di Santa Maria Vergine e di San Giorgio nell'anno del Signore 1131" in Luigi VENTRE, la Lucania, dalle origini all'epoca odierna vista e illustrata attraverso la storia della città di Marsiconuovo, Salerno 1965.

3) AD di Potenza e Marsico - Fondo Diocesi di Marsico- Serie VIII, Capitolo Cattedrale, Busta 2.

4) Sembra che il vescovado di Marsico abbia origini molto lontane e che la cittadina aveva i suoi vescovi fin dal IV secolo. Nel 1818 fu unita " con unione principale" a quella di Potenza in ottemperanza del nuovo Concordato. Da quel momento fu prescritto che i vescovi avrebbero preso il titolo di Vescovi di Marsico e Potenza, perché il vescovado marsicano è più antico di quello potentino, e che avrebbero risieduto sei mesi all'anno a Marsico e sei mesi a Potenza; che la diocesi avrebbe avuto un solo Vescovo ma due Curie, due Vicari e due seminari distinti.

5 G. COLANGELO La diocesi di Marsiconuovo dal 1563 al 1656 in "Società e Religione in Basilicata nell'età moderna". Atti del Convegno Potenza-Matera (25-28 settembre 1975), a cura di D'Elia, Roma 1975, e Luigi Ventre La Lucania dalle origini....Op. cit.

6 M.T. GRECO, A. LOTIERZO Toponomastica di Marsiconuovo, Lagonegro 1992, pagg. 23-24.

7 L'epigrafe si trova proprio ai piedi del campanile.

8 L. VENTRE, La Lucania dalle origini....., op. cit. pag. 209.

9 Conservata nella chiesa. L'iscrizione è riportata in L. Ventre La Lucania dalle origini....., op. cit. pag. 214.

10 A. PACICHELLI, Il regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703.

11 Relazione del progetto di ricostruzione della cattedrale, ASPZ, PREFETTURA 1860-1872 - ATTI AMMINISTRATIVI - Busta 467.

12 Preside della Lucania e della Bruzia ai tempi di Diocleziano. Secondo quanto riportano le fonti Diocleziano salito al trono nel 285, abdicò nel 1305 e morì nel 1313.

13 Si racconta che una donna marsicana, di nome Susanna, avuto in sogno il santo per tre notti, sia andata dal vescovo Grimaldo per indicargli il luogo dell'inadeguata sepoltura e riferirgli il messaggio datole da Gianuario: " ... Digli che io desidero che fossi di là in Marsico condotto...", in: Luigi VENTRE, la Lucania, dalle origini ... op. cit., pag. 183.

14) Nel 1502 Marsico venne incendiata da Consalvo di Cordova (di passaggio a Marsico) e i suoi soldati rapirono un braccio del santo e lo portarono in Spagna, nella città di Rodrigo.

15) Qui rinvenute, nel 1827, dal vescovo Marolda furono trasportate nella chiesa cattedrale. Il 25 agosto 1950 Mons. Augusto Bertazzoni, vescovo della diocesi di Marsico e Potenza ha fatto sistemare le sacre reliquie in una nuova urna.

16 Anche questa data, tarda, di inizio dei lavori di ricostruzione si rinviene in una iscrizione collocata nel presbiterio. Cfr. L. Ventre, La Lucania dalle origini....., op. cit. pag 237 e in ASPZ.

17) AD di Potenza e Marsico: FONDO DIOCESI DI MARSICO - SERIE VIII CAPITOLO DELLA CATTEDRALE - BUSTA 2: Statuto della Cattedrale di Marsiconuovo sotto il titolo di S. Giorgio e San Gianuario, 1904.

18) Ricostruita sulle fondamenta della precedente costruzione, come meglio sarà evidenziato più avanti.

19 Anche il campanile è stato più volte ricostruito, l'ultima ricostruzione, forse parziale del campanile risale ad una cinquantina d'anni fa.

20) ASPZ: Intendenza di Basilicata, Terremoto del 1857: Danni alle chiese, cartella 1360.

21) ASPZ: Intendenza di Basilicata, Affari Vari - Terremoto del 1857, cartella 1373.

22) ASPZ: Intendenza di Basilicata - Terremoto del 1857, cartella 1373.

23) Deve trattarsi della Cappella del Purgatorio.

24) Lettera del 7 giugno 1858 presso ASPZ: Intendenza di Basilicata - Terremoto del 1857,
cartella 1373.

25) Il Regio Economato di Benefici Vacanti si occupava dell'amministrazione dei Benefici vacanti e vigilava sull'amministrazione di quelli pieni, delle diocesi del territorio nazionale, attraverso uffici periferici. Per quello della Basilicata cfr. V. Verrastro, Per la storia degli insediamenti monastici italo greci in Basilicata: le fonti dell'Archivio di Stato di Potenza nel volume "Monasteri Italogreci e Benedettini in Basilicata" a cura di Luigi Bubbico, F. Caputo, A. Maurano, pag. 83-90.

26) La popolazione secondo quanto qui riportato ascendeva a ottomila anime.

27) In data 8 novembre 1862, ASPZ, PREFETTURA 1860-1872 - ATTI AMMINISTRATIVI.

28) ASPZ, PREFETTURA 1860-1872 - ATTI AMMINISTRATIVI lettera dell'ingegnere capo del Genio Civile, del 27 gennaio 1863, Gennaro Banchieri al Prefetto di Potenza.

29) Sollecitato il 3 giugno dall'Economato ad effettuare quanto prima la visita al paese perché la mancanza della Chiesa in cui il popolo possa riunirsi e partecipare alle divine funzioni è tale che " ... visibilmente va inoltrandosi la corruzione nei costumi..." in ASPZ Fondo Prefettura, 1860-1872, cit.

30) Un ducato equivale a circa L. 4,5.

31) ASPZ ..., cit.: l'ing. Capo pur sottolineando che trattasi di un progetto di massima e non un progetto completo e particolareggiato, reputa che pure " ... come tale è abbastanza completo per poter meritare l'approvazione...".

32) Con lettera del 18 maggio 1864, indirizzata al Prefetto della Provincia di Basilicata.

33) Tra il 1838 e il 1862 è vescovo Michelangelo Pieramico, (XLVIII vescovo), tra il 1867 e il 1880 è vescovo Antonio Maria Fania, quindi Luigi Carvelli tra il 1880 e il 1882, e, in ultimo tra il 1882 e il 1899 Tiberio Durante: ci si riferisce sicuramente al Vescovo Pieramico morto nel 1862.

34) Tra l'altro fino al 1871 il progetto non risulta essere stato approvato né tantomeno pagato.

35) ASPZ -PREFETTURA- 1888-1892, busta 28.

36) Cioè " il tamburo della cupola della navata principale, e suo coperto, della Sagrestia e tutti gli altri lavori di decorazione" .

37) Si tratta del Vescovo Tiberio Durante. I lavori alla cattedrale sono stati iniziati, secondo quanto riporta l'iscrizione nel presbiterio, nel 1875 con il vescovo Antonio Maria Fania ma completati, nel 1889 dal vescovo Durante.

38) A D di Potenza e Marsico,, Fondo diocesi di Marsico-Serie VIII Capitolo della cattedrale, busta 2 doc. 30.

39) Il regolamento delle oo.pp. del Regio Decreto n. 350 verrà emanato nel 1895.

40) Lettera del 7 giugno 1888 del Vescovado al prefetto di Potenza per comunicare il nominativo dell'ingegnere a cui è stata affidata la Direzione dei lavori. ASPZ Prefettura.

Bibliografia

AA.VV., Arte in Basilicata, Rinvenimenti e restauri, De Luca Roma 1981;
CESTARO, A. Strutture Ecclesiastiche e Società nel Mezzogiorno, Napoli 1978;
COLANGELO, A. G. La diocesi di Marsiconuovo dal 1563 al 1656 in "Società e Religione in Basilicata" di Cestaro;
COLANGELO, A.G., Parrocchie in Val D'Agri, Cronologia dei Vescovi della Diocesi di
Potenza e Marsiconuovo, Tip.Cappiello, Potenza 1955
GRECO M.T., LOTIERZO A. Toponomastica di Marsiconuovo, Lagonegro 1992;
IMAGO E ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI FEDERICIANI, Cattedrali di Basilicata, Avigliano (PZ), 1995;
MINISTERO DEI BB, AA. e AA., SOPRINTENDENZA DI COLLEGAMENTO PER LA CAMPANIA E LA BASILICATA, Dopo la Polvere, Roma 1987;
PACICHELLI, G. B., Il regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703;
UGHELLI, Italia Sacra;
VENTRE, Luigi la Lucania dalle origini all'epoca odierna vista e illustrata attraverso la storia della città di Marsiconuovo, Salerno 1965;
ZIGARELLI, Daniello Maria, Cenno sulla diocesi di Marsiconuovo, Napoli 1849.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1999

Autore: Vincenza Molinari

 

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